UN INCONTRO DI GIOIA
(Settimana dopo la Pasqua 2020)
Carissimo Gruppo Amico,
desidero scrivere questo articolo sotto forma di una lettera, perché la lettera crea immediatamente una intimità tra chi scrive e chi legge; la stessa sensazione di comunione provata appena vi ho conosciuto.
Il nome che vi siete scelti è una conferma per me di quanto accennato e anche un vero programma di vita. Nomen nomen: “Gruppo Amico”, esprime l’affabilità con la quale accogliete, il sorriso con il quale veicolate amicizia e calore umano, e la condivisione di parole, attività e spazi che diventano luoghi di comunione affettivi e creativi.
Siete una Comunità risorta! Colpisce, infatti, il sorriso di Massimiliano, la dolcezza di Chiara, l’intelligenza matura e acuta di Giovanna, la prontezza d’animo di Stefania, lo sguardo di Stefano, la sensibilità di Elisabetta, la testimonianza d’amore familiare di Laura e Giorgio, e potrei continuare. Non cito tutti ma è come se lo facessi, perché la vostra unione, ormai trentennale, è un altro dato che vi caratterizza e che rende bella e attraente la vostra Associazione.
Se mi permettete, credo che la vostra realtà sia più di un “Gruppo Amico”, in quanto ha il sapore della forza e della potenza di Dio, e al tempo stesso della leggerezza che ha voluto imprimere nell’uomo. Nella semplicità degli associati ed in alcune che potrebbero essere considerate fragilità agli occhi del mondo, si legge altresì l’amore di una creazione perfetta, che rivela la gloria di Dio proprio nella debolezza.
La mano di Dio ha accarezzato coloro che agli occhi della società scioccano per la loro diversità e dunque continua, attraverso di voi, ad accarezzare il mondo in quella perfezione che è disegno del Padre, che si offre nel Figlio sofferente, attraversati entrambi dallo Spirito. E noi ne facciamo parte, anche se il nostro desiderio di onnipotenza e di perfezione secondo i propri schemi mentali e personali non ci permette di vedere l’opera grandiosa di Dio.
Grazie Gruppo Amico, perché proprio il vostro esserci ce lo manifesta ogni volta che abbiamo la possibilità di stare insieme. Grazie perché la vostra partecipazione alla vita parrocchiale è la più bella catechesi che si può avere o ricevere sulla gioia cristiana (che è dono di Dio) e sulla verità della salvezza cristiana, che ci immerge nel Mistero Pasquale di Resurrezione, per chi non vede e si ferma solo alla Croce, ma coglie nella Resurrezione la l’attività creatrice di Dio continuamente redenta. Grazie perché vi formate nella gioia, vi sapete meravigliare l’uno dell’altro, capaci di ringraziare per le piccole cose della vita; grazie perché così ci aiutate a sviluppare un cuore ed un animo buono allenato ad affrontare le difficoltà ed accettare se stesso e l’altro per quello che è. Sono temi evangelici che predico spesso, ma che voi incarnate e ci fate vivere con la vostra testimonianza.
Siete quindi una grande risorsa per la nostra Parrocchia e siccome credo che nessun incontro avvenga per caso, ma tutto è Provvidenza, ringrazio il Signore per avermi messo sulla vostra strada.
Desidererei che i gruppi della Parrocchia vi conoscano di più e possano interagire, come “famiglia parrocchiale”, con le vostre attività e iniziative; così come voi, desidererei, che vi sentiate sempre più membra attive e protagonisti della vita parrocchiale nella sua crescita spirituale e comunitaria.
In questo tempo di difficoltà per tutti, continuate a sorridere, a mostrare il volto bello e semplice della vita e così insieme festeggeremo il vostro trentesimo compleanno e cammineremo alla luce di Dio, nella speranza certa, ce lo insegnate, del superamento di ogni difficoltà.
Orgoglioso di essere il vostro parroco, e grato al Signore per aver trovato in Parrocchia la vostra realtà che è segno del suo amore per me e per tutta la Comunità, vi dono, oltre al mio grande affetto, quello che da sacerdote vi posso trasmettere in maniera piena e diretta: la Benedizione del Signore che vi ricompensi per il bene che fate, per i lunghi anni a venire.
don Andrea