Una Comunità parrocchiale in cammino sinodale, questa è la sintesi se si volesse in poche parole raccontare il pellegrinaggio al Santuario del Divino Amore.
Più di 250 persone, dai bambini agli ultraottantenni, hanno voluto dedicare del tempo per stare insieme, per pregare, per vivere la fede da cristiani autentici guidati dal proprio parroco don Andrea.
Percorsi differenziati per gruppi di formazione e momenti intensi insieme come quello centrale della Celebrazione Eucaristica e quello del Rosario meditato che li ha portati dalla “grotta di Lourdes” fino all’Antico Santuario, passando per la Torre del Miracolo e la Cappella dello Spirito Santo. Tutti hanno potuto pregare con il Rosario donato e benedetto direttamente da Papa Francesco.
Non sono mancati momenti di giochi per i più piccoli e poi l’intrattenimento per tutti dove i diversi talenti di giovani e meno giovani si sono messi a disposizione di tutti con canzoni, scenette e perché no, imitazioni caricaturali di vita parrocchiale.
Il filo conduttore dell’intera giornata è stato il percorso Sinodale, che la Parrocchia di San Pio X, sta cercando di intraprendere in modo molto serio, sulla base dei documenti predisposti dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi e dalla Diocesi di Roma.
Don Andrea in una catechesi rivolta agli universitari agli adulti ed agli anziani, ha introdotto proprio il concetto di sinodalità:
“Parlare di stile sinodale, di cammino comune, slancio e freschezza nell’esercizio dell’attività di evangelizzazione vuole significare per noi sacerdoti sentirci vivi e ridare senso profondo al paradigma della nostra vocazione.
Introduco così il tema della sinodalità, perché trovo la sua radice in un’esperienza fatta in una favela alla periferia di San Paolo dove, in una baracca tra quelle da me visitate c’era un cartellone su cui era stata scritta con un pennarello una frase di Hélder Pessoa Câmara: «Se un uomo sogna solo, il sogno rimane sogno; se sogna con altri, il sogno diventa realtà». La forza della comunione, nella più totale povertà, è un dono che viene dall’alto, è una forza unitiva che trascende l’uomo e ne comprova l’efficienza e la realizzazione nell’immanente. Perché la radice della sinodalità di cui daremo tra poco una più precisa definizione, è proprio questo: l’esperienza della fraternità e del sostegno reciproco, stile proprio della Chiesa. Siamo tutti dunque invitati ad essere più evangelici in questo tempo e a vivere più che mai lo stile della sinodalità. Sinodo è termine greco formato da σύν ὁδός, vale a dire percorso insieme, stessa strada di condivisione del Vangelo e dell’Amore per Cristo. Papa Francesco afferma che il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio. Il concetto di sinodalità richiama il coinvolgimento e la partecipazione di tutto il popolo di Dio alla vita ed alla missione della Chiesa, la chiave è cristologica e l’esperienza è ecclesiale. Si tratta di un cammino fatto insieme sotto la guida del Signore risorto, da parte di tutto il popolo di Dio nella variegata pluralità dei suoi membri e nell’esercizio responsabile e convergente dei diversi carismi e ministeri in ordine al Bene Comune. Si distingue e si correla rispetto al concetto di comunione e sinodalità in quanto ne esplicita il concreto modo di viverla.
A questo proposito Papa Francesco usa un’immagine molto efficace che è quella della piramide rovesciata o piramide inversa dove la base si colloca in cima e la cima alla base, cioè prima viene la profezia dei fedeli, poi il discernimento del Collegio episcopale ed infine il Ministero Petrino.”
Ha proseguito parlando della prima delle Beatitudini da affrontare Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli.
“I beati sono persone che vivono nella gioia, sono felici, hanno ascoltato la Parola di Dio e riescono a capire i cambiamenti d’epoca come li chiama Papa Francesco. Le Beatitudini sono lo specchio del nostro cammino cristiano […]. Ci soffermiamo sulla prima Beatitudine: i poveri, come fanno ad essere felici, contenti […]? Eppure sono quelli che non hanno niente, non possiedono nulla, e dunque si aprono alla relazione con Dio. Sei povero se sai di non salvarti da solo, se cerchi qualcuno che ti aiuta e riponi tutta la fiducia in Dio. Il cielo è il luogo della dimora di Dio e quindi è Dio stesso. Chi si sente non pieno di sé stesso, chi non crede di salvarsi da solo, otterrà questo regno di amore, di giustizia e di pace. […].
Oggi ci chiede il Signore di salvarci con gli altri, non da soli, questo oggi è il cammino Sinodale!”
I bambini, i giovani e giovanissimi hanno avuto modo di trattare gli stessi temi, ma con linguaggi diversi e maggiormente adatti a loro.
Dopo la preghiera del Rosario, sono iniziati i lavori di “discernimento comunitario”, secondo la metodologia proposta dai documenti diocesani. Suddivisi in 21 gruppi, composti da membri di diverse età, sotto la guida di coordinatori formati precedentemente, i parrocchiani si sono potuti confrontare sulle domande legate alla Beatitudine affrontata per poi condividere in plenaria alcune sollecitazioni. Commovente l’intervento del giovane Mattia, che ha voluto rendere partecipi tutti del suo sentirsi in famiglia quando viene in Parrocchia, significativo quello di Lorenzo che ha constatato come per tutti la sensazione è che si possa fare molto di più per vivere la vita di fede.
I coordinatori sintetizzeranno i diversi interventi che si sono susseguiti nei gruppi e tutte le sintesi saranno raccolte per realizzare una unica sintesi parrocchiale.
La giornata si è conclusa con la preghiera dell’“Atto di Affidamento a Maria” che l’Equipe Pastorale con don Andrea ha composto per l’occasione.
In una sezione dedicata del sito parrocchiale (www.sanpiodecimo.it/sinodo), sono stati caricati i diversi documenti e materiali.
Di seguito il video per rivedere la catechesi, le foto e la preghiera di affidamento a Maria