Una grande partecipazione, oltre 350 persone, quella che si è potuta registrare ieri sera in occasione dell’incontro magistrale dal titolo “Tra Spirito e Realtà: la Persona a servizio della Collettività”. La prima conferenza che ha dato avvio al Progetto Persona della Parrocchia di San Pio X ha ospitato due relatori di primissimo piano: Mons. Rino Fisichella e il Presidente Giuliano Amato, Un percorso formativo nato “per aiutare i giovani a pensare e a sognare e per comprendere insieme i valori cristiani”, come ha spiegato nel suo saluto iniziale don Andrea.

Un ecclesiastico e un laico a confronto sulle sfide del mondo contemporaneo in un dialogo bello, costruttivo e stimolante tutto incentrato sul significato e sul senso della Persona umana inserita tra Spirito e Realtà, tra Vangelo e Costituzione. Quel senso di Persona umana di cui oggi, forse, ne abbiamo smarrito i tratti esistenziali, ma che forte ed urgente deve essere il bisogno di una sua riscoperta valoriale e contenutistica per poter affrontare i grandi temi della realtà. D’altronde, è in questi toni che Mons. Fisichella ha voluto aprire la serata, segnalando come la difficoltà dei tempi odierni sia soprattutto contrassegnata da forti tensioni e limiti di “debolezza culturale”. Quelle stesse tensioni e quegli stessi limiti che, come ricordava sempre Mons. Fisichella, devono provocare la ragione, la “ratio” ad essere attiva e libera come si è tentato di fare nell’incontro di ieri sera.

Un pensatoio libero e attivo che ha permesso di parlare della Persona quale ferita verticale, in riferimento al rapporto tra l’Uomo e l’elemento del trascendente. Un rapporto imprescindibile proprio del pensiero cristiano che conduce in alto la grande domanda di senso: “Chi è l’Uomo?”. In questi termini, infatti, collocandosi ad un livello elevato possiamo ricostruire quella “fiducia alla Verità” cui ha fatto cenno Mons. Fisichella durante il suo intervento, solamente se parliamo di Persona umana nei termini di “imago trinitas”. La prospettiva cristiana sulla Persona umana posta in questa prospettiva, dunque, postula una relazionalità che non è fine a sé stessa, ma coinvolge gli altri e la società intera.

Tale impostazione di “relazionalità con gli altri”, che riconosce e tenta di risolvere il pericolo individualista verso cui incorre l’odierna realtà sociale, è stato il tema dal quale ha voluto partire il Presidente Giuliano Amato. Una relazionalità con gli altri che, ricorda il Presidente emerito della Corte Costituzionale, è anzitutto completamento della personalità di ciascuno ed anche completamento della società. Ripercorrendo i tratti salienti della storia repubblicana italiana, dal periodo della Costituente all’attuale vita politico-istituzionale del Paese, il Presidente Giuliano Amato ha ricordato che la Persona umana viene prima dello Stato perché essa stessa concorre, attraverso il riconoscimento della sua libertà, dei diritti e doveri sanciti dalla Carta Costituzionale, a dare vita allo Stato.

Il problema italiano è emerso però, in questi anni, dal venire meno sempre più dell’ascensore sociale, accanto ad un’altra grande questione che Giuliano Amato ha chiamato il “sistema di formazione intermedia” già presente nel Codice di Camaldoli. E cioè l’architettura della Costituzione italiana era pensata a Camaldoli nel senso che ciascuna Persona umana “si abitui agli altri prima nella famiglia, poi nella scuola, poi nelle altre forme associative e, infine, concorri alla politica attraverso i partiti politici”. Un sistema che in Italia è storicamente accaduto ma che, rammenta Giuliano Amato, nel tempo non ha retto, a partire dagli anni Settanta, come conseguenza delle trasformazioni culturali del progresso e della scienza.

La diagnosi finale presentata da entrambi i relatori è la progressiva individualizzazione della società, che ha sancito il passaggio da una “società frammentata” ad una “società fratturata” (Amato). Allora, la proposta di Mons. Fisichella è la proposta cristiana del rispetto verso l’altro, come consapevolezza che c’è un altro accanto a me: “la Fede nasce da questa dimensione”. Pertanto, la vocazione del cristiano sta nella continuità, nella Tradizione che è la condizione essenziale per fare propria una prospettiva di lungo termine; una visione che si traduce in azione Politica con la “P” maiuscola e consente di ricostruire un rapporto di fiducia nel Paese, premessa indispensabile per ogni tentativo di avvio di un processo di sviluppo economico e di promozione della Persona umana.

                di Emanuele Lorenzetti


 Di seguito foto, video e l’articolo di Roma Sette

https://www.romasette.it/la-centralita-della-persona-antidoto-al-populismo/