Sport e mondo paralimpico: un laboratorio di speranza e inclusione alla Parrocchia di San Pio X
Un incontro speciale, carico di emozioni e riflessioni profonde, ha avuto luogo ieri sera presso l’Auditorium della Parrocchia di San Pio X, nell’ambito del Progetto Persona. L’evento sullo sport ha avuto come protagonisti il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, e due atlete paralimpiche di spicco a Parigi 2024, che hanno condiviso la loro esperienza, il loro impegno e la loro visione del mondo dello sport paralimpico.
L’evento è stato un vero e proprio “laboratorio di inclusione”, non una conferenza, ma un vero e proprio laboratorio esperienziale dove i giovani hanno avuto l’opportunità di ascoltare storie di vita straordinarie e riflettere sull’importanza dello sport come strumento di inclusione e promozione della dignità umana.
Il presidente Pancalli ha aperto il dibattito, sottolineando come lo sport paralimpico non sia semplicemente una disciplina sportiva, ma una scuola di vita, capace di insegnare valori fondamentali e ricordando che “lo sport è qualcosa di molto più grande della medaglia”.
In questo senso, il presidente Pancalli ha espresso quella che è la sua visione del mondo paralimpico invitando tutti a “non vedere nel Comitato Paralimpico un modello organizzativo, ma bensì qualcosa che ha fatto dello sport uno strumento – non solo un fine – per andare ad incidere sulla società civile”.
Lo sport – parafrasando Pancalli – è uno degli strumenti più potenti che abbiamo per abbattere barriere culturali, fisiche e mentali. Non solo per chi pratica, ma anche per chi guarda, perché cambia la percezione che la società ha della disabilità e, sono sue le parole davvero profonde e dal forte respiro catechetico, “insegnando a guardare non ciò che si è perso, ma a ciò che è rimasto”.
A seguire, sono intervenute le due atlete paralimpiche, che hanno raccontato la loro esperienza nel mondo dello sport e come questo abbia inciso profondamente sulla loro crescita personale. Una di loro, medaglia d’oro nelle paralimpiadi, ha descritto la sua preparazione, i sacrifici e la gioia di raggiungere obiettivi che sembravano impossibili. L’altra, atleta campionessa di badminton, ha parlato della sua motivazione nel superare le difficoltà quotidiane, mettendo in luce come lo sport sia diventato un modo per sentirsi “normale”, per superare le difficoltà e le discriminazioni legate alla sua disabilità.
Durante l’incontro, il dibattito si è concentrato anche sul ruolo fondamentale dello sport come veicolo di cambiamento culturale. Sul punto è intervenuto il giornalista e atleta Giacomo Crosa, che ha sostenuto come la cultura sportiva non riguarda solo l’aspetto agonistico, ma anche la creazione di un ambiente di rispetto reciproco, di solidarietà e di inclusione. La disabilità, in questa prospettiva, non è vista come un ostacolo, ma come una risorsa da valorizzare, in grado di arricchire non solo il mondo dello sport, ma tutta la società.
Luca Pancalli ha concluso il suo intervento con un appello alle istituzioni e al sistema Paese intero, affinché si continui a promuovere l’accesso allo sport per tutti, abbattendo le barriere economiche, sociali e fisiche che ancora oggi limitano la partecipazione alle attività sportive, come succede spesso nelle scuole italiane.
L’incontro alla Parrocchia di San Pio X, organizzato nell’ambito del Progetto Persona, si è concluso con una riflessione condivisa sul fatto che lo sport, nella sua dimensione più inclusiva, è in grado di trasformare la vita di chiunque, indipendentemente dalle difficoltà che si possano incontrare. Un messaggio forte di speranza, di resilienza e di integrazione, che ha coinvolto il giovane uditorio, invitandolo a guardare alla disabilità non come una condizione di svantaggio, ma come una risorsa capace di arricchire tutti.
Di seguito il video ed alcune foto: