Poco più di 150 anni fa, il 26 ottobre 1871, Roma conosceva uno dei suoi poeti più celebri e amati, Carlo Alberto Salustri, per tutti e per sempre Trilussa. I suoi versi, le sue favole rivisitate – in cui le bestie sono specchio delle ipocrisie degli “ommini” del suo tempo (e non solo) – sono il cuore della lettura trilussiana “Spaparacchiato all’ombra d’un pajaro”, andata in scena sabato 19 novembre all’Auditorium di San Pio X. Dal monumento di fianco al Tevere che lo ricorda, Trilussa è stato raccontato intrecciando aneddoti gustosi e spesso sconosciuti della sua vita alle sue rime più ironiche e famose. Abbiamo riscoperto così il graffio della sua satira anticonformista, la malinconia degli amori inseguiti e perduti, l’attualità di tanti suoi capolavori come la “Ninna nanna della guerra”. Alle poesie di Trilussa Alessandro De Carolis – da 25 anni giornalista e voce della Radio Vaticana e poeta romanesco egli stesso – ha intrecciato le sue rime di dichiarata ispirazione trilussiana che qua e là giocano, in certo modo interpretandoli al presente, con i versi senza tempo del Poeta de Roma. Ad arricchire e abbellire la serata tre bravissimi e molto applauditi giovani artisti – la voce di Cristina De Carolis, la chitarra e gli arrangiamenti di Lorenzo Sordi e il flauto di Valeria De Carolis – che hanno fatto rivivere alcuni brani immortali della canzone romana del tempo di Trilussa, come “Quanto sei bella Roma” e “Nina si voi dormite”.
Di seguito alcune foto: