Continuano gli incontri dedicati alla presentazione dei Libri, “I Martedì Letterari“.
“Cosa indossavi?” è la domanda che più di frequente viene posta dopo che una donna ha subito una violenza sessuale. “Cosa indossavi?” è anche il titolo del libro dell’Avvocato Iacopo Benevieri presentato martedì 12 novembre presso l’Auditorium di San Pio X. “Un tema molto delicato, perché tocca una materia socialmente sensibile come quella della violenza di genere. E si inserisce a pieno titolo anche nel percorso del Progetto Persona”, ha detto nella sua presentazione il parroco Mons. Andrea Celli, che ha sottolineato come su questo tema sia “necessario tenere costantemente accesi i riflettori, perché riguarda tutti, senza distinzioni di sesso, di età, di condizione sociale. E investe il senso delle relazioni autentiche tra persone”.
Questo libro aiuta a ragionare da un angolo visuale che forse non è adeguatamente esplorato: quello del linguaggio utilizzato nelle aule di tribunale, specchio della società. Indaga infatti alcuni meccanismi di potere linguistico e si rivolge a chiunque usi la parola in contesti istituzionali e professionali, evidenzia l’importanza e la necessità di un utilizzo consapevole, affinché le parole siano strumento di diritti e non di prevaricazione.
L’autore, Iacopo Benevieri, dal 2019 è responsabile della Commissione sulla linguistica giudiziaria della Camera Penale di Roma. Esperto quindi tra l’altro delle tecniche di interrogatorio, di esame e controesame, di intercettazioni telefoniche. Sollecitato dal moderatore Giampiero Guadagni, Benevieri ha descritto, anche con esempi concreti, l’asimmetria che esiste di fatto in un aula di dibattimento tra la “parola potere” detenuta e ampiamente esercitata da pubblici ministeri, avvocati, giudici; e la “parola garanzia” non adeguatamente riconosciuta agli altri attori nei processi per violenza di genere. Da Benevieri anche l’elenco di una serie di stereotipi, di “false credenze” che riempiono le cronache processuali. E anche la stigmatizzazione di come questi temi vengono affrontati nei programmi televisivi. Infine, è stato sottolineato come la violenza di genere vada combattuta anche fuori dalle aule di tribunale. Un ruolo decisivo lo hanno, almeno lo dovrebbero avere, la scuola, l’alleanza educativa professori-genitori; più in generale una comunità educante che comprende naturalmente anche la Chiesa.
Di seguito alcune foto: