Giovedì 23 e giovedì 30 gennaio si sono svolti il quinto e il sesto incontro della scuola di preghiera, dedicati alla ‘preghiera del cuore’ e alla ‘preghiera ignaziana’.
La ‘preghiera del cuore’ è stata introdotta e spiegata da don Mario Zanotti, monaco camaldolese. Si tratta di una forma di preghiera molto antica, comune a religioni diverse, che consiste nel ripetere durante la meditazione una frase, ad esempio “Signore Gesù Cristo, figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore” (cfr. Mc 10, 47) o una parola, ad esempio “Μαράνα-θά” (marána-thá, che in aramaico significa “Vieni Signore Gesù”) armonizzando la ripetizione con il ritmo del respiro e con il battito del cuore. L’idea di una preghiera continua e insistente viene dalla parabola della vedova importuna e del giudice iniquo (Lc 18, 1-8): la vedova rappresenta lo Spirito che dentro di noi insiste per essere ascoltato.
La ‘preghiera ignaziana’ nelle sue varie forme è stata illustrata da don Pino Di Luccio, gesuita e professore alla Pontificia Università Gregoriana, che ha introdotto il concetto generale degli ‘esercizi spirituali’, ovvero diverse tecniche utili a “liberare l’anima da tutti gli affetti disordinati” e a “trovare la volontà divina nell’organizzare la propria vita per la salvezza dell’anima”. Tra i possibili esercizi ha citato in particolare l’esame di coscienza, la preghiera a ritmo e la meditazione e contemplazione. Quest’ultima è stata utilizzata nel corso dell’adorazione, meditando sull’episodio della guarigione del cieco nato (Gv 9).

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