Si è celebrata ieri la XXX Giornata Mondiale del Malato, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, con una S. Messa alle ore 17 dove malati, infermi, anziani, hanno potuto ricevere il sacramento dell’unzione.
In tanti hanno voluto esserci, anche se con difficoltà deambulatorie, e tanti sono stati i ragazzi del gruppo giovani e giovanissimi che hanno curato la liturgia, in un forte segno di comunione con le persone più fragili ed anziane. “Quando pensiamo alla Madonna di Lourdes pensiamo ad una mamma che ci sta vicino e sta vicino alle nostre fragilità, è un momento di grande amore e tenerezza che vogliamo vivere così, con la spensieratezza del cuore pensando al calore che possiamo donarci oggi in questa celebrazione, all’ascolto consolatorio della Parola, all’eucarestia che ancora una volta si spezza per noi e a Cristo che abita in noi. Allora tutto diventa dono, come questi ragazzi che hanno deciso di essere presenti oggi, esprimendo quella freschezza tipica della loro età” – ha detto don Andrea all’inizio della celebrazione, citando anche il messaggio del Papa per la giornata dal tema “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità”.
Di seguito alcuni estratti dell’omelia di don Andrea:
“Siamo sempre a chiederci cosa può fare il Signore per noi, poco ci chiediamo cosa possiamo fare per Lui o con Lui. L’amore è l’unica risposta al dolore ed alla sofferenza, non a caso è proprio il tema scelto da Papa Francesco […]. Potremmo dire cosa c’entra il perdono con la sofferenza, l’invito è proprio questo abbiate un cuore che riesce a riconoscere la propria misericordia e la grandezza dell’altro e dei doni di Dio, che sa accogliere, amate come dio ama. Dare misericordia all’Altro perché Dio fa così con noi. Porsi all’altro a chi soffre in un cammino di carità. La risposta al dolore sofferenza malattia è abbracciarla, e allora sperimenterai la forza di Dio, al sua fortezza, […] ascolta i problemi dell’altro, ascolta la vita di chi ti sta accanto, sulla strada, in Parrocchia, fai una riflessione di quello che hai ascoltato, non bruciare le relazioni, fai entrare l’altro dentro di te con tutto il suo portato di gioia e dolore ed impegnati. Ascolto, Riflessione, Impegno, è il modo con cui Dio può testimoniare l’amore nei confronti degli altri e può portare il suo amore nel cuore degli altri”.
“[…] La malattia isola, ti senti diverso, la sofferenza più grande è proprio questa, quasi che ci sia una vita di serie A e di serie B: non vogliamo soffrire, non invecchiare ecc. […] Una vita ferita, è una vita donata che ha ancora molto da dire, che attraversa il deserto nella speranza e gioia che arriverà la terra promessa”.
“Come non ricordare i numerosi ammalati in questo tempo di pandemia, hanno vissuto la solitudine in un reparto di terapia intensiva, e molti di loro l’ultimo saluto lo hanno dato ad una maschera, ad un casco, ad un infermiere sconosciuto, ma molti hanno ringraziato perché hanno avuto accanto dei testimoni di carità, hanno avuto accanto testimoni di amore che sull’esempio di Gesù e nella logica della misericordia del Padre, che abbraccia tutti, sono riusciti a versare su questi malati l’olio di salvezza (come faremo noi tra poco), sono riusciti a versare la tenerezza di Dio, ad asciugare lacrime, a dare coraggio, hanno rotto il cerchio dell’isolamento dei malati, li hanno riportati alla vita, preparandoli forse anche alla vita eterna, che è sempre vita, è la vita di Dio. L’olio della consolazione ed il vino della speranza dice il salmo. Quando non è possibile guarire è sempre possibile curare gli altri, e noi siamo chiamati a curare […]”.
“Curare vuol dire prendersi cura e che anche noi possiamo rompere il cerchio dell’isolamento, perché il Signore non conosce differenza, la Misericordia di Dio è comunione e nella comunionalità della diversità c’è ricchezza; quanto può dare un malato ad un sano in termini di salvezza dell’anima!”
“Il Signore ci dice di essere come Lui, di vedere, di farci carico delle necessità degli altri, tutti ognuno e ciascuno, possiamo essere strumenti di amore, magari con un sorriso, una telefona, la preghiera […]. Troviamo senso nell’unione con Dio e nella nostra umanità che è partecipazione alla vita dell’altro in una comunione d’amore. Possiamo prenderci cura l’uno dell’altro, perché prima, un Altro Gesù, si è preso cura di noi, ed ancor prima un Altro, il Padre, si è preso cura di noi dandoci la vita nel Figlio ed ancor di più donandoci quello Spirito che ci rende eterni. A Maria Madre di Lourdes che conosce tutte queste cose e che ce l’ha insegnate con la stessa vita, oggi affidiamo fiduciosi tutte le nostre vite”.
Al termine della celebrazione, è stata letta la preghiera composta per l’occasione. Il pomeriggio è continuato con una merenda ed un’animazione da parte dei ragazzi.
Di seguito il video ed alcune foto.