Si è svolta mercoledì 21 dicembre 2022, nella splendida cornice di piazza della Balduina, la liturgia natalizia del Presepe Vivente, che ha visto protagonisti i gruppi di formazione pastorale della nostra Comunità.
Tutto è iniziato sul sagrato, introno alla capanna, allietata dalla presenza dell’asino e del bue, in carne ed ossa, generosamente in prestito dalla “fattoria di Andrea”. Don Andrea ha introdotto la liturgia, spiegando il senso di un presepe di carne, abitato dallo Spirito. Le sue parole hanno legato i gruppi nella loro ricerca di verità. Ciascun gruppo pastorale ha riflettuto sul senso del Natale, rispondendo a modo proprio alla domanda “Dove ti incontra Cristo oggi nella verità della tua esistenza?
I bambini, vestiti da pastorelli, angeli e stelle hanno svelato la meraviglia della notte di Betlemme, risvegliando con canti e balli il desiderio di contemplare la Sacra Famiglia. Tra loro, Benino il pastore anziano, con la semplicità nel cuore accompagnato da una capretta ha raccontato il suo sogno, di voler dar vita al presepe, e che ha guidato tutti al senso del Natale. E’ iniziato così il cammino dell’intera Comunità, introno alla piazza, dove tutti sono stati invitati ad incontrare le realtà più diverse.
E’ Natale per il gruppo amico, che ha rappresentato la forza della disabilità attraverso la bellezza della diversità. E’ Natale per le giovani generazioni, adolescenti e universitari, che davanti al supermercato Pam in piazza, sotto forma di intervista, hanno portato a tutti i loro interrogativi nascosti e in profonda ricerca di senso. È Natale per tutti coloro che lavorano, nelle diverse professioni: davanti ai negozi aperti alcuni pastori hanno dato la loro testimonianza nella propria quotidianità lavorativa. E’ Natale per gli anziani, spesso soli che hanno raccontato l’importanza del sentirsi amati e il loro desiderio di sentirsi ancora utili per amare. E’ Natale per tutte le famiglie, nella gioia e nella fatica, nella pienezza e nella fragilità: il desiderio di tendere al presepe e le difficoltà della vita vera.
È Natale anche per chi non crede: è stato bello ascoltare la testimonianza di chi ha parlato del Natale come un’opportunità per interrogarsi e stare insieme agli affetti autentici. Dopo le testimonianze di alcuni ragazzi, catechisti, animatori, studenti, adulti, anziani e di famiglie, ai piedi della scalinata, alcune ragazze si sono esibite in una delicata danza con i nastri, mentre due universitari leggevano una lettera indirizzata a Gesù. Al termine del giro intorno alla piazza, don Andrea, Benino e tutti i pastori hanno percorso le scale fin sopra il sagrato, e davanti la capanna don Andrea ha concluso con parole piene di speranza e di salvezza. La Benedizione finale e un canto hanno sciolto l’assemblea, in un clima di grande e attenta partecipazione ed anche curiosità per la presenza degli animali, che hanno contributo a rendere il nostro Presepe un presepe di carne abitato dallo Spirito.
Ecco il testo della conclusione di don Andrea:
Non ho benedetto la nostra scalinata ed il nostro sagrato da poco restaurati, ho aspettato questa sera con tanto ardore: la benedizione più bella in questo Natale è la capanna qui posizionata con la sacra famiglia, così veri da poterli vedere con gli “occhi della carne” come direbbe San Francesco. In questa cornice voi, o meglio tutti noi che siamo saliti ad adorare Gesù che nasce – una salita dal valore simbolico grande – rappresentiamo questa forma di benedizione di Dio perché è un’ascesa verso di Lui. Siamo saliti insieme dalla piazza, dalla nostra vita fatta di gioco (penso ai bambini), studio, lavoro, relazioni familiari e amicali, difficoltà, insomma la nostra quotidianità intrisa di tanti perché a cui non sempre si riesce a dare una risposta. Ma noi questa sera, abbiamo camminato insieme (valore della Comunità cristiana e civile) e siamo saliti per inginocchiarci davanti al senso vero della vita: Gesù che nasce per noi. Mi piace pensare che da tutti i punti della nostra piazza (che rappresenta la vita) abbiamo contemplato la capanna di Betlemme, inizio del nostro percorso di salvezza. È sul nostro sagrato e basta alzare gli occhi per vedere Gesù immerso nella luce di questa scalinata, quasi a dirci: “ci sono e sa hai il coraggio di guardare in alto e salire, ti salvo”. Lo abbiamo compreso con un presepe fatto di carne i pastori (noi), fatto di animali: la carne del creato. Carne significa la bellezza e la forza di ciascuno, ma anche la caducità e la malattia e la debolezza. Stasera siamo tutti pastori ed io Pastore tra voi mi chiedo e vi chiedo, trasformando la domanda in preghiera: dove ci incontra Gesù oggi? Signore Gesù, che nasci per noi, incontra i bambini e porta loro la gioia di giocare per imparare da grandi a giocarsi la vita per Te; incontra i giovani nella speranza e dà loro fiducia nella propria vita e in Te, unico datore di ogni dono e bene; Ti chiedo di incontrare gli adulti nel loro desiderio di superare le difficoltà del mondo senza esserne schiacciati, nel trovare la forza di salire al Te, fonte della vita e di trovare lo spazio ed il tempo per ascoltarTi nella Parola, di lodarTi nella preghiera, di ricercarTi nei Sacramenti e di amarTi negli altri; Ti consegno in questo Natale un incontro speciale: tutte le famiglie, quelle felici e magari allietate dal dono dei bambini, come quelle ferite che passano momenti difficili; esci dal nascondimento nel quale Ti hanno messo magari per debolezza, incuria, superficialità e torna ad essere il perno e il collante della loro unione; Ti chiedo di incontrare, Bambino Gesù, gli anziani nella loro tenacia e nel loro coraggio nell’affrontare questo stadio della vita, incontrali nella loro tenerezza e sapienza, frutti dello Spirito preziosi per tutti noi, come nella loro inconsolabile solitudine; E per chi non Ti ha ancora incontrato facci essere per loro i veri autentici pastori, svegli, generosi entusiasti, con la voglia di annunciare la luce come quella che stasera illumina la nostra esistenza, che non si spegne, ma che riscalda ed illumina i cuori più lontani ed aridi. Benedici la nostra Comunità con la tua nascita salvifica, i più fragili come i più forti, i malati, i sani, gli sfiduciati, quelli che involontariamente o volontariamente abbiamo ferito, allontanato, scandalizzato. Le tue braccia allargate avvolgano tutti noi ed il mondo intero. Dal nostro sagrato elevandoci dalla nostra quotidianità e dandole il senso alto della nostra fede, nell’inginocchiarci davanti a Te, Ti preghiamo: rinnova la nostra vita e quella di coloro che ci hai affidato con la Tua nascita che ci regala l’infinita possibilità della tua divinità, che in questa serata abbiamo incontrato in questa liturgia.
Di seguito il link per rivedere la preghiera finale di don Andrea ed alcune foto
[/fusion_text]