Martedì 14 maggio si è aperta una nuova finestra del Progetto Persona con il laboratorio sullo sport dal titolo “lo sport: quanto e come incide nella crescita integrale della persona umana”. Abbiamo accolto dei campioni olimpici, paralimpici e di altre discipline sportive che, con noi, hanno condiviso le loro esperienze e i valori dello sport.
Don Andrea ha introdotto la serata consegnandoci le sette parole di Papa Francesco sullo sport:
Lealtà perché lo sport educa alla lealtà; sacrificio che rende sacro quello che facciamo, ma al tempo stesso impone il nostro mettersi in gioco e in discussione per superare i limiti psicologi e fisici; spirito di gruppo presente anche negli sport individuali, c’è sempre uno spirito di squadra che unisce perché non si vince da soli; impegno che deve essere presente soprattutto quando non si vedono i risultati, è quindi decidere di arrivare a degli obiettivi; inclusione perché lo sport non fa differenza di sesso, di età, di etnie, di ceto sociale; riscatto perché nella vita bisogna ridare sempre quello che si è ricevuto e ascesi ossia tendere verso una postura interiore di chi sa che può comunque vincere nella vita. Il portato valoriale dello sport può cambiare la persona e può dare la testimonianza dell’integralità della persona che si mette a disposizione di sé stessa e degli altri. Infine lo sport è alleato per la pace, quella pace del cuore che ti fa essere al posto e al momento giusto, ti dà serenità di sapere che tu ti metti a disposizione di un progetto più grande.
Fabrizio Zerboni, coordinatore del progetto persona per la parte sport, ha condotto questa bella serata, aprendo con il video saluto di Gianni Maddaloni, maestro di Judo di Scampia: “Bisogna educare i bambini alla legalità attraverso lo sport, strumento potente per vivere una vita sana”. Viene data la parola al professore Piero Sandulli, giurista ed esperto di diritto sportivo, che evidenzia di come l’introduzione nella Costituzione del valore educativo dello sport sia essenziale per la socializzazione. Siamo passati poi ai valori del campo partendo dall’intervento di Marco Tardelli che ricorda di come la vittoria dei mondiali del 1982 abbia cambiato gli italiani anche dal punto di vista umano. Matteo Cavagnini, campione paralimpico e capitano della nazionale di basket in carrozzina, ci ha colpito con la sua testimonianza: “L’incidente mi ha fatto diventare quello che sono, la disabilità mi ha costruito, plasmato e dato la possibilità di rinascere”; ecco come lo sport supera le difficoltà fisiche ma soprattutto mentali. “Lo sport, prima di tutto, è un luogo nel quale entri con la tua identità ogni giorno, nel quale ti adatti e prendi parte dell’identità collettiva, col tuo modo di fare che diventa un modo di essere, lo trasformi e hai l’opportunità di conoscere il senso di appartenenza e la conoscenza degli altri”. Con queste parole l’allenatore di pallavolo Angelo Lorenzetti, ultimo scudetto vinto il mese scorso, ha evidenziato di come l’uomo, quando conosce sé stesso e gli altri, è una persona migliore. Federico Lapenna, arbitro di calcio di serie A, ci svela com’è la preparazione di un arbitro, atleta a tutti gli effetti, e di come, una volta in campo, sia uno sport di squadra. Luigi Angelo Miracco, campione di sciabola, ci spiega le regole del combattimento che possiamo usare come regole di vita: “Non è sempre la prima azione quella che porta al successo, ma far finta di fare un’azione per poi in realtà pensarne un’altra”. Il messaggio che poi ci dà è che bisogna parlare di passione e che va ricercata in qualsiasi cosa che facciamo perché è il motore di tutta la nostra vita. Walter De Giusti, Segretario Generale dell’Unione Italiana Tiro a Segno, invece si è soffermato sul funzionamento di una federazione sportiva e sulla antica storia dello sport del tiro a segno. Andrea Prandi, giornalista di La7, chiude questo coinvolgente laboratorio: quanto raccontare lo sport possa emozionare e come questo possa essere un privilegio: “noi giornalisti dobbiamo essere bravi a raccontare le cose in maniera onesta, cercando di essere coloro che fanno da tramite ai protagonisti”.
È stata una serata, soprattutto per noi ragazzi che poi abbiamo potuto rivolgere molte domande, brillante, appassionante e piena di emozioni.
Di seguito il video ed alcune foto: