Dal 26 al 29 agosto don Paolo e don Gianni hanno accompagnato a Medjugorje 31 pellegrini della parrocchia. L’atmosfera bella come sempre. Pulita, silenziosa, orante. Meno gente del solito, forse solo perché eravamo a fine agosto. Ma tanta gente alle celebrazioni e tante file nei confessionali. Il pellegrinaggio a Medjugorje si costruisce giorno per giorno: si arriva sapendo che lì la Madonna ha scelto di venire molto spesso in quel luogo per incoraggiare i credenti e per stimolare tanti dubbiosi. Poi si cammina dove lei stessa ha posto le sue orme: la parrocchia di san Giacomo, il monte delle apparizioni, il monte Krizevac, la comunità di suor Cornelia (una straordinaria suora che accoglie dagli anni ’90 i profughi e gli orfani della guerra dei Balcani), la comunità di suor Emmanuel (una suora in gambissima che accoglie i pellegrini e parla loro con la forza dell’ispirazione divina, spiegando i messaggi della Madonna). Tanti altri luoghi ove si respira il vento dello Spirito Santo ed ove anche i più dubbiosi avvertono e vedono. Nessun fanatismo. Specie e ancor più da quando il papa ha nominato mons. Hoser per la vigilanza pastorale. Tutti gli vogliono bene e lo rispettano anche perché – a differenza di altri vescovi – è un uomo equilibrato, vede e discerne le cose e dialoga con la gente e con i veggenti. Un bellissimo pellegrinaggio, ripetibile, del quale non avere timore. Nel 2021 saranno 40 anni dall’inizio di questi fenomeni soprannaturali: 40 anni, come quelli di Israele nel deserto. Chiediamo alla Madonna che si riveli in una nuova terra promessa.