Sono stati tre giorni in cui noi giovani del Gruppo universitari abbiamo camminato sulle orme di San Francesco. Siamo partiti da La Foresta mettendo a nudo il nostro essere, dopo un anno particolarmente impegnativo e, passo dopo passo, abbiamo recuperato energia e serenità. A Fonte Colombo (prima tappa) abbiamo accolto dentro di noi il messaggio francescano della radicalità del Vangelo. Divisi in piccoli gruppi, dopo la corposa catechesi di Don Andrea sui consigli evangelici, ci siamo confrontati e arricchiti a vicenda interrogandoci su quanto i valori di obbedienza, povertà e castità facciano parte del nostro vivere quotidiano. Abbiamo proseguito il percorso fino a Greccio, che, dopo Assisi, rappresenta la seconda casa di Francesco. La testimonianza di frate Stefano ha dato noi modo di aggiungere un pezzo al mosaico di San Francesco che insieme stavamo costruendo. La giornata è proseguita con la catechesi di Don Bart, che ci ha offerto degli spunti per poter vivere un momento di deserto.
Cosa ci siamo portati a casa? I nostri zaini al ritorno erano più leggeri o più pesanti? La risposta la troviamo in entrambi gli aggettivi. Siamo tornati carichi di consapevolezze e di emozioni che siamo riusciti a collocare, come i tasselli di un puzzle, al loro posto. Carichi di strumenti per affrontare la vita quotidiana e il nostro impegno verso il Vangelo, ma leggeri per aver avuto un confronto fra di noi che ci pone continuamente a discernere sulla nostra vita e sul coerente cammino di fede. Per raggiungere la “perfetta letizia” predicata da San Francesco, abbiamo capito che dovremmo rifarci al Progetto che Dio ha per ciascuno di noi, certamente superiore ai nostri bisogni.
Questi tre giorni ci hanno aiutato a capire che bisogna farsi carico dei problemi degli altri come se fossero i nostri non per un bisogno di aver qualcosa in cambio, ma per il semplice senso del vivere in prima persona la forma più alta e profonda dell’Amore verso noi esseri umani: dare senza aspettarsi nulla in cambio. Abbiamo accettato la sfida di incontrarci con noi stessi e di affidarci ai segni che il Signore ci manda per confermare la sua presenza.